TERAMO – Gianguido D’Alberto si appresta a individuare il proprio esecutivo e i rumors riferiscono che non avrà difficoltà particolari, se non quella di equilibrare riconoscimenti a un lavoro di squadra che ha resistito alle sirene ammalatrici degli apparentamenti e impedito salite sul carro del vincitore. Come accade in questi casi il totoassessore parte dal numero dei componenti di giunta, al quale sono legate anche le surroghe, ovvero gli ingressi a scalare di altri consiglieri.
Giunta con 7 assessori. E’ probabile che il nuovo sindco si orienti su un esecutivo al massimo di 7 componenti e questo gli imporrebbe la quota minima di 3 donne assessore. Una quota rosa spetta di diritto a Maria Cristina Marroni, di Teramo 3.0, il cui nome coincide anche con il primo degli eletti della lista civica, mentre le altre sono suddivise equamente, quanto a probabilità, a due tra le Dem Marisa Pomanti e Stefania Pomanti e tra Graziella Cordone e Sara Falini (Insieme Possiamo), tutte e quattro prime candidate in fila nella graduatorie delle diverse liste. Questo secono manuale Cencelli. Ma D’Alberto ha sempre ricordato che non sarà il numero dei voti ottenuti a determinare un diritto ‘sul campo’ ad avere un ruolo in giunta.
Il gruppo storico di Insieme Possiamo. Vien da sè che il gruppo storico di Insieme Possiamo, quello fondato da Gianguido D’Alberto nell’aprile dello scorso anno quando lasciò il gruppo consigliare del Pd di cui era leader, assume ruolo di riferimento nel sostegno al nuovo sindaco e che da esso meriterà maggior riscontro quanto a ruoli. Potrebbe essere dunque questa la discriminante per assegnare uno scranno in più a Insieme Possiamo nell’esecutivo. Di sicuro, il primo riferimento di D’Alberto sarà il consigliere uscente Antonio Filipponi: assessore in pectore, dunque, anche se sulla disponibilità a tempo pieno potrebbe essere ostacolato da impegni professionali. Gigi Ponziani e Lanfranco Lancione, rispettivamente secondo e primo degli eletti, a quel punto dovfrebbero fare i conti anche con la quota rosa dello stesso gruppo per ambire all’unico posto disponibile. Anche se l’indicazione a presidente del consiglio (che però non porta a surroga in consiglio con altro candidato) potrebbe essere ‘via di fuga’ utile. Le nomine, in particolare i tre assessorati, permetterebbero, cone le surroghe, di ricomporre in consiglio i ‘cinque della prima ora’: con Ilaria De Sanctis già dentro con il gioco dei resti (a discapito del consigliere di Cavallari, Berardo De Carolis), sarebbero in assise civica anche Francesca Di Timoteo e, dietro a Dario Di Dario, anche Maria Rita Santone.
Due assessori e presidenza del consiglio al Partito Democratico? Il discorso relativo alla presidenza del consiglio varrebbe anche per il leader – e più votato – della lista civica Teramo Vive, Valdo Di Bonaventura, che manterrebbe inalterate anche le chances di un assessorato. C’è da fare i conti percò con un altro ‘senatore’ del consiglio comunale teramano, Maurizo Verna. Terzo degli eletti in casa Pd, alla quinta consilatura consecutiva, con molta probabilità anche il consigliere comunale più votato di tutti i tempi dall’introduzione della preferenza secca prima e di quella di genere poi, Verna sta bene in emtrambe le posizioni e difficilmente lo si potrà escludere dalla composizione del ‘direttorio’. Simone Mistichelli, oltre che essere il più votato del Pd e dell’intera coalizione, è forse l’assessore più sicuro di tutto il panorama del centrosinistra.